Pollice o ciuccio? L’importante è smettere prima dei 3 anni

“Meglio il ciuccio o il dito in bocca?” Questa è la domanda che si pongono continuamente migliaia di genitori, ortodontisti e pediatri.

Tutti i bambini hanno la necessità di succhiare: la suzione è un bisogno naturale del neonato, un riflesso. Il bimbo succhia il dito già nella pancia è una parte di sé e gli piace, lo rilassa, lo consola. Il succhiotto, invece, è un oggetto estraneo che la maggior parte dei genitori utilizza per un questione di comodità, per calmare il pianto o per conciliare il sonno.

L’uso del ciuccio (chiamato in inglese “pacifier” pacificatore) è diventato così “comune” che, dalla sua comparsa negli anni ’60, ha ormai ampiamente sostituito il pollice della prima infanzia: ben il 75% dei bambini dell’Europa Occidentale ne possiede almeno uno!

Se sia più o meno dannosa la suzione del pollice rispetto a quella del ciuccio è difficile a dirsi: per certi versi potrebbe essere migliore il dito visto che non va sterilizzato ed è sempre a disposizione; tuttavia non ha la forma “anatomica” del ciuccio per cui, a lungo andare, potrebbe avere effetti negativi sul palato.

“Pollice e ciuccio hanno entrambi ripercussioni sui denti, sulle mascelle e sul sonno del bambino; e più la suzione si protrae oltre i 3 o 4 anni, più le conseguenze saranno importanti”, sottolinea la Dr.ssa Edith Lejoyeux, membro della Federazione francese di ortodonzia (FFP, Fédération française d’orthodontie), in prima linea nella campagna di sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica.

L’utilizzo protratto o comunque eccessivo del ciuccio e/o della suzione del dito sono causa di problemi ortodontici e di alterazioni del distretto oro facciale: le ossa del palato non sono ancora saldate tra loro, la bocca è ancora in formazione, succhiare per molte ore altera indubbiamente il corretto sviluppo delle strutture ossee e di conseguenza, delle arcate dentarie. Non va dimenticato che tutti questi “corpi estranei” costringono la lingua ad una posizione più bassa, prolungando una deglutizione di tipo infantile con importanti alterazioni della pronuncia di alcuni suoni.

Un utilizzo moderato (fino ai 2-3 anni) e circoscritto al momento del sonno o dell’irrequietezza, non determina alterazioni morfologiche significative e comunque queste possono risolversi spontaneamente. Superati i tre anni l’abitudine al ciuccio o al dito si può trasformare in dipendenza psicologica. Tentare di togliere il vizio può essere davvero difficile: “Per aiutare i bambini a smettere non bisogna trattarli bruscamente e scegliere il “momento giusto” (compleanno, trasloco, inizio della scuola materna)” è il consiglio della Dr.ssa Frédérique Aloé-Tavernier.

Cari genitori, armatevi di pazienza, fantasia ma soprattutto grande determinazione!