Aspetti un bambino? Oltre agli esami di routine non dimenticare di farti controllare i livelli di vitamina D
Da sempre indispensabile “mattone” del nostro sistema scheletrico (stimolando l’assorbimento di calcio e la mineralizzazione delle ossa), la vitamina D, se assunta in buoni livelli, è in grado di garantire la salute orale del bambino sino a riduzioni delle carie di addirittura il 50% rispetto la media.
Lo smalto infatti inizia a formarsi quando il feto è nel grembo materno e una carenza di vitamina D in gravidanza può avere un impatto negativo sulla salute orale del bambino prima che i denti spuntino.
Uno studio canadese condotto dall’Università di Manitobae pubblicato sulla rivista Pediatricsha confermato la stretta connessione tra bassi livelli di vitamina D e aumento del rischio di carie nei bambini. I ricercatori hanno monitorato i livelli di vitamina D nel sangue delle donne durante la gestazione e controllato la salute orale dei bambini sino ad un anno di età: delle 207 donne coinvolte, il 33% aveva bassi livelli di vitamina D; il 60% dei bambini nati da queste mamme presentava problemi di demineralizzazione dello smalto, il 36% addirittura carie precoce.
Che cos’è? La vitamina D è prodotta dalla pelle che la sintetizza grazie all’azione della luce solare. L’esposizione ai raggi del sole per 15 min al giorno è sufficiente a garantire la quantità di vitamina D necessaria all’organismo.
Fonti alimentari? Tra gli alimenti più utili alla formazione di vitamina D vanno ricordati il salmone, l’aringa, le sardine, l’olio di fegato di merluzzo, il burro, i formaggi grassi e le uova.
Quantitativo corretto? Il livello normale di vitamina D è controverso, ma tutti gli esperti concordano che meno di 20nmol/l sia da considerare una percentuale bassa. Ne servono infatti almeno 15 mcg al giorno in tutti i periodi ed età della vita.